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Colpo alla giapponese da Luca Mannurita blog

1.

La giovane donna in bikini emerse dall'acqua mentre con le dita si toglieva i capelli corvini dalla fronte e li accomodava dietro le orecchie piccole e graziose. Raggiunto il più alto degli ampi gradini sagomati della piscina, si diresse con elegante calma verso il lettino libero che l'attendeva. Snella e flessuosa, si sdraiò nella luce intensa e gialla e, inforcati gli occhiali da sole, si accomodò per meglio godere dell'abbraccio dei caldi raggi e della splendida vista: un trionfo di ciliegi in fiore, il monte Fuji col suo cono imbiancato padrone del cielo terso e dell'acqua blu cobalto.

- È per stasera?

L'uomo sdraiato nel lettino adiacente annuì, il viso nascosto da un padd caricato con le notizie del giorno. Pareva l'antitesi della giovane: il fisico tozzo e muscoloso, la pelle scura e pelosa, era sintesi di potenza e sproporzione, di stolida brutalità ma anche di salda determinazione.

- Hai già controllato tutto?

Il padd passò a mani più affusolate e delicate: scomparse le pagine dei quotidiani sciorinò planimetrie e grafici, complessi schemi e tabelle fitte di dati.

- Bravo... - fu il piatto e atono commento della giovane. Passò in rassegna le informazioni con finto disinteresse ed espresse alcuni commenti molto tecnici e mirati. L'uomo le rispose con competenza e preparazione.

- Arriva qualcuno – di nuovo i notiziari fecero la loro bella figura sul padd con le immagini ad alta risoluzione e i roboanti ipertesti pronti da sfiorare con le dita. L'uomo accomodò meglio gli occhiali neri che gli coprivano il viso e finse di guardarsi intorno. Dal solarium emerse una figura alta e slanciata. Con la falcata permessa dalle gambe lunghissime, la donna raggiunse con pochi passi il bordo della piscina mentre al tempo stesso lanciava su un lettino vuoto l'accappatoio dell'albergo. Sistemato con volgarità il ridotto bikini bianco si tuffò nella parte più profonda della piscina, sfidando ogni divieto. Quando riemerse tra gli spruzzi sputando acqua dalla bocca li salutò chiassosamente con ampi gesti, invitandoli a tuffarsi anche loro.

- Quella cafona della Nakano – commentò la giovane, schifata e altezzosa. Non si era scomposta minimamente, limitandosi a ricambiare i saluti con un singolo cenno della mano. L'uomo al suo fianco non si era nemmeno mosso.

- Ce l'abbiamo in continuazione tra i piedi – si decise a commentare lui quando vide che con ampie bracciate l'indesiderata ospite puntava dritta verso di loro.

- Ci ha decisamente presi in simpatia – la giovane abbozzò un sorriso per mascherare il disappunto.

- Parlaci tu. Non la posso sopportare – rispose acido l'uomo.

- Solo perché è cinquanta centimetri più alta di te – stavolta il sorriso sulle labbra della giovane era sincero.

- Quaranta! - sbottò piccato l'uomo, mantenendo però bassa la voce.

- Quarantuno, per la precisione.

Non vi fu replica: la bionda e fracassona nuotatrice, tra spruzzi e schizzi era giunta a portata d'orecchio.

- Ciao gente! Come va?

- Non c'è male – rispose la giovane adagiata con grazia sul lettino.

- Un paio di bracciate?

- Per ora no, grazie.

- Io sento che potrei attraversare a nuoto l'oceano! - starnazzò l'ultima arrivata sollevandosi di scatto dall'acqua con la sola forza delle braccia muscolose. L'unica cosa che la giovane sul lettino aveva apprezzato di quella fastidiosa presenza non richiesta erano proprio le sue capacità atletiche. Nella palestra dell'albergo si era dimostrata un'ottima compagna di allenamento, forte e resistente alla fatica.

- Dev'essere il panorama che mi esalta! L'avete messo voi il monte Fuji?

- Certo.

- Lo sapevo! Vi amo! - strillò quella battendo rumorosamente le ruvide mani dalle nocche schiacciate. La situazione stava facendosi imbarazzante. Inoltre il bikini bianco era diventato semitrasparente e rivelava più di quanto consentiva la decenza. Evidentemente la Nakano non era interessata al regolamento dell'albergo che non solo sconsigliava caldamente l'uso dei succinti coprisesso tanto in voga al momento ma anche suggeriva a tutti gli ospiti un “abbigliamento adeguato” sia nel solarium che ai bordi della piscina. Per gli altri ospiti il solarium e la piscina non erano tanto interessanti al momento e nessun altro era presente a testimoniare quella ridicola e seccante esibizione.

Fortunatamente per i due sdraiati sui lettini la bionda e rozza ospite decise che l'acqua riscaldata dell'enorme piscina era troppo invitante per stare seduta sul bordo a chiacchierare.

- Quasi quasi ora metto le isole Figi. Per puro dispetto – sbottò l'uomo, ma non mosse un dito.

- Ha un fisico davvero invidiabile. Potrebbe esserci utile, se non fosse scema come un'oca.

- È troppo alta, non potrebbe mai affiancarti o sostituirti.

- Vero. Masashi, sento dell'invidia nella tua voce – commentò la giovane rimanendo impassibile.

- Non è vero. Quella spilungona mi infastidisce e basta: è troppo maleducata e cafona. Mi domando a cosa pensassero i suoi genitori quando l'hanno chiamata Hoshi. Un nome immeritato. E a cosa pensavi tu quando le hai dato retta la prima volta. Ci si è appiccicata addosso e non ci ha più mollati. Avresti dovuto...

- Sì, appiccicosa è la parola giusta – convenne lei interrompendolo. Masashi era incline a perdere la pazienza e quando succedeva diventava noioso. O violento.

- È un tormento! - anche in questa occasione l'uomo esclamò mantenendo bassa la voce.

- Sopportala fino a stasera. Poi...

La giovane si girò su un fianco volgendo un sorriso malizioso verso l'uomo. Tese una mano accarezzandogli il petto peloso e muscoloso. Lui le prese dolcemente la mano e le posò un lieve bacio sul braccio candido.



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