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Roberto Boscaini
A volte la vita mette le persone davanti a, forse, scomode verità o segreti, che piombano all'improvviso dentro di essa come il più classico dei fulmini a ciel sereno.
Questo è ciò che accadde anche alla diciassettenne Lucy, quando venne a conoscienza di un segreto riguardante la sua famiglia, in quella splendida giornata di primavera che stava per assumere il sapore di un pungente inverno.
Dopo aver scoperto la scioccante verità, Lucy tornò spedita a casa, andò furente dritta dai suoi genitori, sorpresi da tutta questa veemenza, i suoi occhi erano colmi di rabbia, anche se traboccavano di lacrime amare, e senza troppi indugi, sbottò.
-"Che cos'è questa storia!?"
-"Per tutti questi anni, non avete fatto altro che mentirmi, tenendomi all'oscuro di tutto, non è vero?"
-"LUI NON È MIO PADRE!!!"
Mikeal ed Eleonore, furono presi alla sprovvista da quella rivelazione, e per qualche frazione di secondo rimasero attoniti, ma cercarono subito di non far degenerare la situazione, per quanto fosse già compromessa.
-"Aspetta Lucy", intervenne Eleonore, "c'è una ragione a tutto questo, lascia che ti spieghiamo..."
-"Ascolta figliola", continuò Mikeal, "non perdere la testa, so che è difficile, ma..."
-"NO!", lo interruppe Lucy, "TU NON CHIAMARMI COSÌ, E NON PROVARE A PARLARMI IN QUEL MODO!"
Dopodichè, Lucy se ne andò via di colpo, e usci di casa, sbattendo la porta.
-"Aspetta Lucy, torna indietro, non andartene, lasciaci spiegare...!", gli gridò la madre, -"No, lasciala stare, ora ha soltanto bisogno di stare un po' da sola", gli disse Mikeal, appoggiandogli una mano sulla spalla.
Più tardi, con il tramonto che pian piano stava lasciando il passo alla sera, Lucy, seduta sulla panchina del parco della periferia, dove Mikeal la portava da bambina, e presa dallo sconforto e dai tanti pensieri che in quel momento potevano passargli per la testa, venne avvicinata dalla madre, con Mikeal che rimase in leggera disparte, a debita distanza.
-"Andatevene via", sentenziò Lucy, -"No, non stavolta figlia mia", ribattè  Eleonore, sedendosi poi accanto a lei.
-"Ascolta, non è mai stato facile, così come sembra, non dirti la verità, io e tuo padre ci eravamo ripromessi che prima o poi, un giorno, te ne avremmo parlato, solo che gli anni man mano passavano, mentre tu crescevi bene, eravamo felici, ed era difficile trovare l'occasione adatta per parlare di un argomento così delicato..."
-"Mamma, ma cosa credi che avrei mai fatto...", la bloccò Lucy, -"Pensi che avrei commesso una pazzia e non so, me ne sarei andata di colpo di casa?" -"Sono vostra figlia, e mi avete cresciuta con amore, affetto, ma quello che più mi ferisce di tutta questa storia, è che mi avete mentito per tutto questo tempo, io meritavo di conoscere la verità..."
-"Hai ragione figliola", rispose Eleonore, -"Forse avevamo davvero paura di una tua reazione in fondo, più il tempo passava e più il coraggio veniva meno, lasciando infine le cose così com'erano, sbagliando purtroppo, perché i nodi, gira che ti rigira, vengono sempre al pettine."
-"Ti chiediamo sinceramente perdono per questo Lucy, spero che tu ce lo concederai e che capisca le ragioni, anche se sbagliate, del nostro modo di agire, ora, prima hai detto di meritare la verità, e seppur con colpevole ritardo, adesso l'avrai, spettandoti di diritto."
-"Vedi, a tuo padre, il tuo vero padre, dopo una lunga incurabile malattia, gli erano rimasti pochi giorni di vita a ridosso del parto, fece solo in tempo a vederti nascere, godendoti per quei primissimi giorni, e a darti il tuo nome, "Lucy", poi prima di andarsene per sempre, quel giorno, quell'ultimo giorno, io e suo fratello, ovvero tuo padre Mikeal, eravamo accanto a lui, sai, nonostante stesse morendo, ringraziò Dio per avergli concesso di averti vista nascere e che se ne sarebbe andato in pace, felice, con il ricordo del tuo volto, poi, disse a suo fratello di promettergli che si sarebbe preso cura di noi, e che sua figlia sarebbe dovuta crescere con un padre accanto, ovvero egli stesso, volle che il sangue del suo sangue fosse cresciuto dal sangue del sangue."
-"Mikeal gli promise che l'avrebbe fatto, devi sapere che loro due erano molto uniti sin da piccoli, si fidavano ciecamente uno dell'altro, e ognuno avrebbe dato la propria vita per l'altro, per questo non ci pensò due volte ad affidarti a suo fratello, colui che fino ad oggi ti ha cresciuta come solo un padre poteva fare."
-"Io non mi sono mai opposta a quella decisione, volevo anch'io che tu crescessi con una figura paterna presente nella tua vita, non dovendo così passare lo stesso inferno da me vissuto, quello di crescere senza tale figura, credimi, io e tua nonna abbiamo sofferto tantissimo, lei si è occupata di me finché ha potuto, dopo me la sono dovuta cavare da sola, ed io non avrei mai voluto che a te toccasse lo stesso destino, sei mia figlia, non volevo che crescessi soffrendo."
"Con il passare del tempo poi, piano piano, io e Mikeal abbiamo iniziato ad affezionarci veramente, finché non ci siamo innamorati l'uno dell'altra, diventando in seguito a tutti gli effetti una vera famiglia."
-"Io non lo dimenticherò mai tuo padre, lo porterò dentro nel mio cuore per sempre, del resto tu sei il frutto del nostro amore, è solo che la vita è andata avanti, ed io, ho soltanto cercato di continuarla; questo è quanto."
-"Senti, ora tuo padre vorrebbe parlarti da solo, ok?"
-"Io vi aspetterò a casa, va bene tesoro?", le disse, dandole poi un intenso bacio sulla fronte.
Lucy, dopo qualche secondo di titubanza, acconsentì con un cenno del capo, Eleonore, fece gesto a Mikeal di avvicinarsi, e prima di andare, incrociarono i loro sguardi e si sfiorarono le mani a vicenda.
Mikeal le si sedette vicino e cominciò a parlarle.
-"Hey piccolina", le disse sfiorandole i capelli con le dita.
-"Tua madre ti ha già raccontato tutta la storia, non serve che io te la ripeta, lo so che sei arrabbiata e confusa in questo momento, ma lasciami dire soltamente una cosa."
-"Se non vorrai più accettarmi come tuo padre, essere mia figlia, io lo capirò, anche perché in fondo è la verità, e se vorrai considerarmi colpevole per esserlo stato ingiustamente per tutti questi anni, va bene, ma voglio che tu sappia che questa è la più grande colpa di cui vado fiero, perché anche se non sei sangue del mio sangue, tu sei e resterai comunque per me la mia piccolina, la figlia che non ho mai avuto, e ti amerò per sempre, come solo un padre sa fare."
-"Comunque vada, io continuerò a vegliare ogni giorno su di te fino alla fine, dopotutto, è il lavoro di un genitore occuparsi della felicità dei propri figli, e la tua sarà sempre al primo posto, venendo prima di ogni altra cosa a questo mondo, sono tuo padre, come potrei non battermi per la felicità di mia figlia."
Lucy, che aveva ascoltato silenziosamente per tutto il tempo, con un nodo alla gola, il discorso di Mikeal, dopo quelle ferme parole, esplose in lacrime, gettandosi poi fra le sue braccia, seguì un vero intenso abbraccio, come solo tra un padre e una figlia poteva essere, dove non ci fu alcun bisogno che nessuno dei due proferisse altre parole, perché tutto era racchiuso in quell'abbraccio.
A termine di quel momento così profondo, Lucy chiese a Mikeal se era possibile, prima di tornare a casa, andare a trovare il suo vero padre, sempre se questo non gli avrebbe portato dispiacere, Mikeal, senza pensarci troppo su, acconsentì immediatamente.
Così, recatisi al cimitero dove riposava Philip, e giunti dinnanzi al suo sepolcro, Mikeal prese per primo parola.
-"Ciao Phil, oggi ho portato qui con me una persona speciale, cresciuta molto dall'ultima volta che l'hai vista, e che avrebbe voglia di dirti qualcosa."
-"Perdonami, se non l'avevo ancora fatto prima d'ora."
Mikeal poggiò poi un fiore sulla tomba, e sfiorando la foto di Ricky con le dita, avvicinandosi sussurrò, -"Ti saluto, fratello mio", dopo, rivolgendosi a Lucy gli disse, -"Immagino che tu voglia rimanere un po' da sola, io ti aspetto davanti all'uscita", poi poggiando le mani sulle sue spalle, gli diede un bacio in testa, andando via.
Lucy, rimasta sola, dopo qualche momento iniziale d'imbarazzo e silenzio, cominciò a parlare
-"Ciao, eccomi qua allora, un po' cresciuta dall'ultima volta che mi hai vista, appena nata...
Sono sicura che in qualche modo, da qualche parte, tu mi stia ascoltando, e volevo soli dirti che...
Io sto bene, sono cresciuta bene, spero tu sia stato felice nel vedermi crescere, la mamma e il papà hanno fatto un ottimo lavoro dopotutto, inoltre...
Ho saputo dalla mamma, che hai voluto che Mikeal mi facesse da padre, che si prendesse cura di me, e l'ha fatto, mi ha dato tutto quello che mi poteva dare, di questo, volevo ringraziarti dal più profondo del cuore, per avermi permesso di crescere con una figura paterna accanto, pensando così, fin da subito, al mio bene, del resto, come solo un padre poteva fare."
-"Grazie."
Lucy, porse poi anche lei un fiore sulla  tomba, sfiorando di seguito la foto con le dita, rimanendo in silenzio.
Si voltó per andarsene, non prima di rivolgervi peró un ultimo sguardo, dicendo poi a bassa voce, -"Ciao, papà."
Lucy si sentì sollevata, fu grata per essere stata messa a conoscenza della verità, una verità che non avrebbe cambiato la vita a nessuno di loro, ma solo resi più liberi, con Mikeal ed Eleonore senza più quel fardello da dover tenere nascosto, e Lucy che non poteva avercela più di tanto con i suoi genitori, in fin dei conti il loro legame era tanto puro quanto indistruttibile, e niente al mondo l'avrebbe potuto scalfire, neanche una verità nascosta.
FINE
Roberto Boscaini

(In una normale e semplice serata, quattro amici  per la vita, si  trovano a confrontarsi ognuno con i propri  sentimenti...

Appartamento di Frank.

Frank è al telefono e sembra piuttosto irritato...)

Frank: Cosa?
Non è possibile!
Ma fra voi due sempre così finisce?
Certo che tu e Juliet non vi smentite mai eh!?

(Nel frattempo suonano alla porta)

Frank: Senti Mark, devo lasciarti che stanno suonando alla porta, tanto hai detto che passerai prima qui no, così poi andiamo al pub insieme.
Bene, continueremo allora il discorso a quattr'occhi!

Ok, a dopo. (riattacca il telefono)

Frank: (scuotendo il capo, pensando alla telefonata, va ad aprire la porta, borbottando...)
Ma che seratina che ci aspetta.

James: (fuori dalla porta)
Ehi Frank, come va!?

Frank: E tu cosa cavolo ci fai qui, James!?

(Nel mentre James entra in casa, con Frank che chiude la porta)

James: Beh, è questo il modo di accogliere un caro amico?

Frank: E sì, scusami tanto se sono sorpreso di vederti, visto che a quest'ora dovevi essere in viaggio con la tua nuova fiamma, a tuo dire <<quella giusta stavolta!!>>
Certo che è proprio vero, le disgrazie non vengono mai sole!

James: Addirittura Frank?
E perché mai!?

Frank: Tua sorella...

James: (Interrompendo Frank, non facendogli finire la frase)
Juliet!?
Che cosa è successo?
Oddio, sta bene?

Frank: Sì certo, ma fammi finire, dicevo, tua sorella e Mark, tanto per cambiare, hanno discusso di nuovo.

James: Di nuovo?
Quei due sono proprio incorreggibili eh!?

Frank: (sarcastico) Disse colui che stronca ogni nuova relazione sul nascere!

James: Vabbè Frank, che centra, è diverso, la mia situazione è un altro paio di maniche.

Frank: Hmm, diversa, tu dici eh?

James: (minimizzando) Ma sì... certo... comunque (guardandosi attorno) notavo solamente ora che non c'è Claire, dov'è andata?

Frank: È passata a trovare i suoi genitori, ci vedremo poi dopo al pub, insieme con Mark e Juliet.

James: Capirai, immagino già la bella atmosfera che ci sarà, grazie a quei due!

Frank: Come no!!!
Piuttosto James, non divaghiamo, mi vuoi dire o no cosa è successo tra te e la tua presunta compagna?
O vogliamo far finta di niente!?

James: (dopo qualche secondo di silenzio, con tono serio)
L' ho lasciata.

Frank: (pungente) Sai che novità!

James: (dismesso) Sono diventato prevedibile ormai, vero?

Frank: Come da copione James, e scommetto che il motivo è stato perché tu stavi ancora pensando a quella tua famigerata "lei", giusto?

James: Sì, io non ce la faccio Frank, non riesco a togliermela dalla testa, è più forte di me.

Frank: Lasciala andare James, lasciala andare.

James: Non posso, ci penso in continuazione, giorno e notte, nessun altra relazione che ho avuto è stata tanto seria o importante da riuscire a distrarmi e da farmela dimenticare, non c'è niente da fare, sono innamorato di lei, sono sempre stato innamorato di lei, fin dal primo giorno che l'ho vista.
Lei è la mia parte mancante, io non riesco ancora a credere che non farà mai parte della mia vita.

Frank: Ma lo sai benissimo anche tu che questa è una storia impossibile, senza contare, che neanche sa che tu sei stracotto di lei!

James: E non dovrà mai saperlo!
Il destino ha voluto che oltre ad essere già fidanzata, lo sia anche felicemente, per di più, lui è anche un bravo ragazzo.
(con amarezza) Eppure, uno dovrebbe essere felice per la felicità stessa della persona a cui più tiene al mondo, ma sarei un ipocrita se dicessi che non sarei contento se di punto in bianco si lasciasse con il suo ragazzo.

Frank: (colpito da quest'ultima dichiarazione di James)
James...

James: Lo so Frank, sto sparlando.
Mi sento uno schifo a pensare queste cose.
È solo che non riesco a non pensarci, sai, delle volte penso di essere riuscito a dimenticarla, ma poi mi basta solo rivederla di nuovo, e puff, tutto ritorna.

Frank: Devi fartene una ragione James, altrimenti non riuscirai mai a voltare pagina, e ad andare avanti.

James: (scettico) Voltare pagina?
Andare avanti?
Come se fosse così semplice Frank.

Frank: (duro e deciso) No.
Infatti non è semplice, però è necessario.
Non possiamo rimanere come i pesci,  sempre attaccati all'amo, e dichiararci vinti, bisogna trovare il coraggio di lottare per staccarsi da esso, così come con la vita, bisogna lottarci contro ogni singolo giorno e MAI e poi MAI arrendersi, altrimenti ci fotte!
Non permettere alla vita di controllarti, ma sii tu a controllare lei!

James: (quasi sconsolato) Credo invece che sto man mano consegnandomi a lei, diventando così  suo ostaggio.
Beato te Frank che non hai di questi problemi, non per niente tu sei quello saggio e forte del gruppo, lo sei sempre stato, sai, vorrei essere proprio come te.

Frank: (quasi seccato) Ma si può sapere cosa diavolo stai farneticando?
Non ho problemi?
Credi davvero che io non abbia mai incontrato delle difficoltà?
Pensi che tra me e Claire non ci sia mai stato un litigio?
Che sia sempre stato tutto rose e fiori il nostro rapporto?
No, ti sbagli di grosso, anche noi abbiamo avuto le nostre incomprensioni, come tutti del resto, ma abbiamo avuto anche la forza di affrontarle e cercato di risolverle, invece di rimanere fermi a piangerci addosso.
Diamine James, tra qualche mese io sarò padre, pensi che io non abbia paura?
Pensi che io abbia letto ed imparato il manuale del padre perfetto, che sia pronto per questo?
No, no che non lo sono, mio figlio non nascerà certo in tempi che si possono definire migliori, ma questo non vuol dire che non lotterò, affinché per lui possano invece diventarlo!
E sai cos'è che mi da, anzi, che ci da questa grande forza di volontà, questa voglia, sono l' amore e la speranza James, sarò anche uno sciocco a pensare questo, ma io credo che l' amore e la speranza siano il motore della vita, il resto, sono solo cazzate!!!
E non ti disperare se ancora non hai trovato la tua VERA lei, perché magari non sarai tu a trovarla lì di fuori, ma sarà lei che troverà te alla fine!

James: (sorpreso, quasi rinfrancato, incoraggiato dalle parole di  Frank)
Cavolo Frank, non ti facevo così profondo...
Ma non hai mai pensato di scrivere?

Frank: Ma piantala scemo!!!

James: He he he he.
Comunque, a parte tutto, avevo veramente bisogno di sentirmi dire certe cose... sei un vero amico... non so davvero come ringr...

Frank: (troncando James, non facendolo finire) Non farlo!
Lo sai che non sopporto queste situazioni!
Ho capito quello che mi vuoi dire,  e va bene così, ok?

James: (accennando un sorriso) Hmm, sempre il solito...
(cambiando poi discorso) Allora, che ne dici se mi unisco anch'io insieme a tutti voi, stasera al pub!?

Frank: Insomma, ti autoinviti!
Vedi però di non tormentare troppo tua sorella con Mark, come tuo solito.

James: (andando via e chiudendo la porta) Tranquillo Frank, tranquillo!

Frank: Sì, come no!
Mi immagino proprio!

(Frank andò a finire di prepararsi per uscire anch'egli, quando, dopo qualche istante, suonarono alla porta)

 

Frank: (aprendo la porta) Ehi Mark, finalmente sei arrivato!
Ma che hai, perché il fiatone?

(facendolo intanto accomodare)

Mark: (entrando in casa, ansimando)
Eh..... le scale..... lo sai che non le sopporto..... UFF!!!

Frank: Beh, potevi prendere l'ascensore, no?

Mark: (riprendendo pian piano fiato)
Lo so!
Ma proprio in quel momento era occupato!

Frank: (intuendo qualcosa, quasi tra se e se)
Ah sì, giusto!
Neanche le scale per scendere usa, quello scansafatiche!

Mark: Cosa dici?

Frank: No niente, non ci far caso!
Ma bando alle ciancie, si può sapere allora cosa è successo, questa volta, tra te e Juliet?

Mark: Ma no, niente di che, abbiamo avuto solo una piccola discussione per una stupidaggine.

Frank: Sarebbe a dire?

Mark: Lo trovo quasi assurdo guarda, tutto è nato perché io ancora non gli ho detto un semplice ti amo, ma dai!

Frank: (quasi rimproverandolo, per quel che ha sentito) Un semplice... ti amo dici, eh?
Una stupidaggine.
Wow.
Sai Mark, io non voglio assolutamente fare il moralista, però, permettimi di dirti che questa non è affatto una stupidaggine, non è una cosa da prendere così alla leggera.

Mark: (come a voler rimediare a quanto appena detto)
Aspetta Frank!
Non intendevo dire in questo senso...

Frank: (diretto) Spiegati allora.

Mark: Quello che volevo dire, non è che non la ami eh, ci mancherebbe altro, è solo che... non me la sento di dirglielo, cioè, lo sai come sono fatto no, certe cose non ci riesco a dirle di persona.

Frank: (secco) Saresti in grado di spiegare precisamente cosa significhi amare qualcuno?

Mark: (colto di sorpresa dalla domanda)
Beh... vediamo... amare qualcuno... significa...
Diamine, non riesco a trovare le parole giuste.

Frank: Ecco, esatto!
È proprio questo il punto!
Vedi, amare  è un sentimento, un'emozione così incredibile, che per l'appunto è indescrivibile!
La si può solo sentire dentro di noi, e ognuno la percepisce a modo suo, ed è per questo che, anche se non sempre ma ogni tanto, è semplicemente bellissimo sentirselo dire.

Mark: (consapevole) Lo so, Frank, lo so.
Difatti ogni volta che Juliet me lo dice, è proprio come dici tu, è una sensazione bellissima, e solo ora mi rendo conto del mio egoismo, cosa può provare Juliet a non sentirsi dire quelle parole.
Però, resta il fatto che io non ce la faccio, e poi, come so quando è il momento giusto, il momento perfetto per dirglielo.

Frank: Non esiste il momento giusto, la situazione perfetta per dirlo, lo capisci da te quando arriva, lo senti dentro.

Mark: (con curiosità e timidezza allo stesso tempo) E per te...
Come fu Frank?
Come andò con Claire?
Se non sono troppo indiscreto...

Frank: Vuoi sapere come andò a me?
Magari ti immagini una cena a lume di candela, un ristorante di classe, o davanti a qualche monumento pittoresco, no, niente di tutto di questo.
Lo ricordo ancora come se fosse ieri.
Eravamo qui a casa, di là nel salotto, sul divano a guardare la tv, in pigiama, Claire era tutta rannicchiata vicino a me, la sua testa era poggiata sul mio petto, dalla parte del cuore, io le stavo accarezzando prima i capelli, poi il viso, ad un certo punto lei alzò il suo dolce sguardo verso di me, e non so dirti come, o perché, ma in quell' istante glielo dissi... <<ti amo>>.
Cavolo, avrei voluto che il tempo, in quel momento, si fosse fermato per sempre.
Quella semplice serata, ancora oggi, la considero una delle più belle della mia vita.
Capisci Mark, come vedi, non c'è nulla di trascendentale, di complicato, o perfetto, io vi vedo a voi due, tu sei follemente innamorato di Juliet, e lei di te, perciò cos'altro aspetti, non te lo tenere dentro, diglielo!

Mark: (annuendo con la testa, rimanendo però in silenzio, come se avesse capito la "lezione") .....

Frank: Ok, senti vado di là a finirmi di preparare, così poi scendiamo e andiamo insieme al pub, in attesa che arrivino anche Juliet e Claire, va bene?
(Andando intanto di in camera)
Ah, dimenticavo, ci sarà anche James.

Mark: (sorpreso) Anche James!?
(ironico) Ma che bella notizia!
Comunque va bene dai, ti aspetto qui.

(Nel frattempo, suona il campanello della porta)

Frank: (dalla camera) Ci pensi un attimo tu Mark?

Mark: Sì, non ti preoccupare, vado io.
(Aprendo la porta) COSA? JULIET!!!

 

Juliet: (anch'essa sorpresa) MARK???

Mark: E tu cosa ci fai qui?

Juliet: Potrei chiederti la stessa cosa, no?

Frank: (uscendo dalla camera) Allora Mark, chi... (vedendo chi è) ehi, Juliet, anche tu qui?

Juliet: (entrando in casa) Volevo parlare con Claire di una cosa.

Frank: Ora non c'è, è andata a trovare i suoi genitori, ci raggiungerà dopo.

Juliet: Ah, capisco...
Dunque... (rivolgendosi a Mark) vista la situazione e che ci troviamo qui, vorrei approfittare per parlare di oggi.

Mark: Sì, anch'io vorrei parlarti.

Frank: Sentite ragazzi, se volete io vado un attimo di là, così potete parlare tranquillamente.

Juliet: No, resta pure Frank, non preoccuparti, ci conosciamo da una vita, non siamo certo fra degli sconosciuti, e non abbiamo niente da nascondere, e poi questa è casa tua, anzi, scusaci tu se ce ne stiamo approfittando!

(Frank, per non dare comunque nell'occhio e non volersi impicciare, fece finta di cercare qualcosa, come se avesse perso quel qualcosa)

Mark: Senti Juliet, io volevo...

Juliet: (interropendolo) Aspetta Mark, se non ti dispiace, vorrei parlare prima io.

Mark: Ok... va bene.

Juliet: Riguardo alla discussione di oggi, riflettendoci sopra, ho esagerato a prendermela con te in quel modo, alla fine, anche se non lo dici, tu me lo dimostri ogni singolo giorno di amarmi, anche con quei piccoli gesti, apparentemente insignificanti, ma che invece non lo sono.
Sai, non mi rendo conto abbastanza di quanto io sia fortunata, quando la mattina, una volta aperti gli occhi, ti trovo al mio fianco, ne dovrei essere grata per questo, perché molte delle persone che si trovano sole al mondo, vorrebbero trovarsi volentieri in questa situazione, perché stare soli fa schifo, fa dannatamente schifo, io lo so cosa significa, e nessuno si meriterebbe di esserlo, nessuno.
Quello di oggi, in confronto, è stato solo un mio capriccio.

Mark: (prendendole le mani e guardandola fissa negli occhi) Io ti amo Juliet.

Juliet: (rimanendo di sasso, non aspettandosi quelle parole, giunte come un fulmine a ciel sereno) Cosa...

Frank: (sempre intento a cercare, ma anch'egli rimasto sorpreso) ???

Mark: Il tuo non è stato affatto un capriccio, tu meriti di sentirtelo dire, sono io che sono stato un cazzone a non dirti mai niente fino ad oggi, sei importantissima per me, tu dai un senso ad ogni mio singolo giorno, riempendolo di te.

Juliet: (rimasta colpita dalle parole di Mark) Mark... io... (commossa) scusami!

(Juliet uscì di colpo da casa di Frank, scappando via)

Mark: (rimanendo immobile) Aspetta Juliet!
Dove vai?

Frank: Mark, allora?
Cosa stai aspettando?
Va da lei!

Mark: Sì, vado!

(Mark stava per andare, quando si fermò all'improvviso)

Mark: Frank...

Frank: Che altro c'è ora?

Mark: Ti ringrazio.

Frank: Ma per piacere!
Vedi di andartene và!
Anzi, aspetta un secondo, una curiosità, da dove l'hai tirata fuori quella cosa "del dare un senso a tutti i tuoi giorni"?

Mark: (accennando un sorriso) Beh, da qui... (indicando il cuore)

Frank: (sorridendo anche lui) Già, e da dove sennò!
Anch'io, che domande che faccio...
Ora va da lei, non perdere altro tempo.

Mark: (andandosene via) Corro!
A dopo!

(Frank andò ad infilarsi il cappotto per prepararsi a uscire, quando squillò il suo telefonino)

Frank: Pronto?
Oi amore, allora, come è andata dai  tuoi, tutto bene?
Ah, meno male...
Se ho sentito i ragazzi?
Beh, in effetti li ho più che sentiti...
Se ci sono novità da loro?
A dire il vero no, o meglio, in realtà è la solita routine sai...
Sì, James ha lasciato di nuovo un'altra ragazza...
...Esatto...
Perché continua a pensare ancora a quella sua "lei", però chissà, magari questa è davvero la volta buona che volti definitivamente pagina...
Mark e Juliet?
Eh, lo sai anche tu come sono fatti quei due no?
Sempre a discutere, ma alla fine sempre più follemente innamorati uno dell'altro...
Cosa ho fatto io?
Io...mi conosci, ho cercato di aiutarli, nel mio piccolo, dando loro dei consigli, sperando di aver detto le cose giuste!
...Sì, ho fatto quel che potevo...
Comunque, pensandoci, credo che possiamo considerare questa serata... (uscendo nel mentre da casa) come lo specchio della nostra vita.
Non credi?

FINE

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