Disclaimer: Trama, personaggi, luoghi e tutti gli elementi che questa storia contiene, sono una mia creazione e appartengono solo a me.
Il primo Natale non si scorda mai
Omino di panpepato guardò estasiato sotto di sé: quella marea di pacchetti rossi e gialli e verdi, con tutti quei fiocchi e nastri, erano una visione da mozzare il fiato.
E in quel preciso istante dimenticò i disagi, il fatto che gli aghi appuntiti dell’albero gli facessero il solletico ad ogni movimento o che avesse una lucina piantata proprio vicino ad un occhio. Gli aveva provocato una o due convulsioni nei giorni scorsi.
Omino sospirò di contentezza, ne era valsa la pena, senza dubbio. Quando gli avevano comunicato che quell’anno sarebbe partito con i fratelli alla conquista dell’Albero quasi era stato troppo incredulo per gioire veramente. Ricordò il dolore lancinante quando gli avevano forato il capo per applicargli il nastrino rosso, a volte ancora gli faceva male la testa. Ma poi l’emozione di essere appeso aveva sommerso tutto: era così che doveva essere, glielo avevano raccontato e lui non ci aveva creduto, ma ora era lì col sorriso di glassa un po’ sbilenco stampato sul volto, felice e fiero.
Era talmente concentrato sulla propria gioia orgogliosa che non si rese conto della mano che lo divelse dalla sua posizione. Ebbe solo il tempo d’intravedere un’ombra su di sé mentre una bocca enorme gli staccava la testa in un tripudio di briciole e glassa rossa.
- Hey Gladys, hai visto? Se n’è appena andato il primo.
Esclamò una pallina dorata rivolta alla sua compagna panciuta:
- Stupidi novellini, non imparano mai che conviene stare nascosti!